La crisi legata al Covid-19 ha accentuato l’attenzione verso la #sostenibilità dei consumatori e inevitabilmente una nuova prospettiva per marchi di moda.
Secondo Michael Solomon, studioso dei comportamenti di consumo: in tempi di incertezza le persone riscoprono l’importanza dei valori e usano i propri soldi come un mezzo per sostenere quello a cui tengono e quello in cui credono.
Le modalità di shopping durante la pandemia sono cambiate, ma si sono radicalmente evoluti anche i fattori che motivano l’acquisto. La sostenibilità compare al secondo posto dopo la digitalizzazione nella classifica delle maggiori opportunità di mercato del 2021 stilata dal report The State of Fashion 2021 di Bof e McKinsey & Company, con la reputazione aziendale sempre più rilevante e la comunicazione di questa volta a compensare le minori occasioni di “toccare con mano” i prodotti.
I clienti quindi si aspettano che durante e dopo la crisi i brand continuino ad assumersi le loro responsabilità sociali e ambientali. La direttrice di Vogue Anna Wintour parlando del futuro della moda al tempo del coronavirus ha dichiarato: “Meno sfilate, meno lusso e sprechi, più attenzione a sostenibilità e creatività”. Infatti secondo alcuni esperti i consumatori, al termine della pandemia, saranno meno attenti alle mode temporanee tipiche del “fast fashion” e verranno attratti da collezioni capaci di durare nel tempo grazie a capi comodi, funzionali e rispettosi dell’ambiente.
I nostri clienti si sono dimostrati disposti a cogliere i cambiamenti in atto e a rimodulare le proprie strategie, facendo leva sui propri elementi di unicità e creatività per la produzione delle loro linee di abbigliamento. Questo evento ha rappresentato un’opportunità per ribadire il nostro e il loro impegno verso un futuro della moda sempre più #green, incentivando la produzione di capi con materiali sostenibili.
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